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  • Immagine del redattoreLa Casina delle Storie

Oggetto numero 002

Aggiornamento: 19 set 2018

LA BARCA COL BECCO


La Motonave Principessa passava ogni giorno, nel mese di agosto, tra le acque del Mare Adriatico, in quel Lido che i miei amici borghesi denominavano “la terra delle zanzare” e in cui mio nonno aveva investito tutti i suoi soldi e le conchiglie trovate sul bagnasciuga per fare una casa e un’infinità di muretti ad alta densità di guscio di vongole.

C’era un marinaio con le braccia grosse e il collo virante a destra su quella barca che a me sembrava infinita dal basso dei miei 8 anni. Si doveva prenotare con una settimana di anticipo e ti cuocevano le sarde fritte sulla terrazza mentre annusavi i canali e facevi lo slalom tra i pali delle cozze lucenti, come piccole orecchie d’orso attaccate aggrappate al legno bagnato.

Poi sul Delta del Po potevi salpare dopo pranzo all’Isola dell’Amore, per un’ora circa, a tempo controllato, per bruciarti col sole e mescolare l’odore di fritto a quello di salsedine, di alghe, di stanchezza da viaggio organizzato, di vociare misto tra tedesco e ferrarese della zona, con gli ombrelloni colorati sottobraccio da issare nella spiaggia a tempo determinato.

C’era, tra quelle terre e i Lidi di Comacchio, un artigiano antico che affilava legni e faceva nascere papere da viaggio, appese per il collo a muri scrostati, in una stanza umida dal pavimento sporco di trucioli e sabbia.

Tornare dall’Isola dell’Amore a bordo della Motonave Principessa senza aver liberato un volatile ligneo significava non aver portato a termine il viaggio, perché il viaggio lì cominciava adottando una barca col becco e trovandole un luogo sulle mensole di casa, nella credenza vicino al cesto del pane, in sala riappesa al cappio di un altro colore, quasi a sostenerle la sofferenza nel passaggio tra un luogo e l’altro, allungandole idealmente il collo.

C’era il liscio tra le valli del Delta, e il caldo, e l’Autan che teneva lontane le zanzare, i debiti di mio nonno e il suo pollo arrosto in un forno coperto di conchiglie, l’estate, il viale lungo davanti a casa e il suo passo zoppo quando usciva la sera dando della cretina a sua moglie.

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