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  • Immagine del redattoreLa Casina delle Storie

Oggetto numero 001

Aggiornamento: 19 set 2018

IL CANE SENZA NASO




Come entrare in un cilindro lunghissimo articolato lungo il perimetro del giardino e non trovare nemmeno una talpa, come deglutire un fagiolo nero, quello con l’occhio, e non trovarlo più tra i diverticoli che portano alla fine del tratto intestinale.

Come avere perso il sasso bianco di Pollicino e non tornare a casa. Come respirare e non sentire che l’aria finisce da qualche parte e si articola in una copiosa melodia tra le cellule.

Il cane senza naso ha perso il muso. Morsi scarnificanti tra il gluteo e la coda, una falciata sotto l’addome.

Gli occhi fissi, avanti, come quando guardavo mia madre dentro la scatola del riposo, di legno chiaro, sbuffettata di rasi bianchi, nella cuccia del sempre.

Non parlavo, fissavo i suoi occhi chiusi. Era magra e lunghina. Non ricordo l’odore di quella stanza dove mettono i morti a salutare i vivi.

Il cane senza naso ha zampe forti per stare in equilibrio. Da quasi 40 anni è immobile nel suo osservare. Mentre cadono pezzi, continua a guardare.

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